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trina fuori di posto; si pettinava da sè, con grande diligenza, ma sdegnava come una vanità colpevole, l’eleganza femminile e la passione della moda. Era un modello di lindura, ma mancava affatto di gusto.

Nei bauli regnava un ordine perfetto. Emilia non usciva dall’albergo senz’aver posto scrupolosamente in assetto tutta la roba nostra. Nelle spese stesse ella si lasciava dominare da questa esattezza; generosa in tutto, avrebbe ricusato di pagare un arancio qualche centesimo di più del suo valore per una invincibile ripugnanza all’inganno.

Dotata d’una grande resistenza fisica e d’una forte volontà, ella stava fuori da mane a sera senza provare stanchezza; bramosa di veder tutto, d’andare al fondo di tutto, ella consultava parecchie guide, prendeva delle note, voleva accertarsi del nome d’un pittore, del carattere d’uno stile, della precisione di certe date storiche. Prediligeva i libri di storia per l’amore della verità ch’era in lei ardente, e la sua tenacissima memoria assecondava con efficacia questa passione; apprezzava gli oggetti d’arte soltanto per il loro valore storico, ma era. incapace di comprenderne la vera grandezza; dal padre aveva ereditato una viva contrarietà per l’arte moderna come fosse un elemento di corruzione; amava poco il teatro che non era stata avvezza a frequentare, perchè nella commedia il soggetto le andava rare volte a genio,