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positive idee. Era come un libro, composto di poche, candide pagine sulle quali stavano scritte, in caratteri d’oro, delle grandi verità. Non vi erano nè pagine chiuse, nè pagine vuote, nè pagine velate, io avevo letto tutto, tutto sapevo chiaramente a memoria.

A me, un folle ardore palpitava in petto con la giovanile curiosità della vita; non potevo comprendere la grandezza d’animo che si nascondeva entro quell’umile forma; lo stesso affetto di Emilia così vergine e spontaneo, così sicuro ed immutabile nelle sue promesse, non suscitava nel mio cuore che dei sensi di blanda gratitudine; Quella creatura, priva di fantasia, non possedeva alcun fascino per me.

La donna che avevo sognata era bionda, slanciata, leggiadra e squisitamente sensibile alle arti. Fu in quel viaggio di nozze ch’io ne vidi sorgere più spesso che mai l’immagine pericolosa dinanzi al mio esaltato pensiero.

Lungo il Reno, nel Belgio, specie a Parigi, certe figure di donne destarono in me dei fremiti che prima non avevo mai provati.

Mi dedicavo ad Emilia, studiandomi di darle un’impressione di felicità, cercando di prevenirla in tutto, ma sebbene fosse cresciuta in mezzo alle ricchezze, mia moglie nulla esigeva per la sua persona. La cameriera non l’aveva voluta, perchè anche a casa se ne serviva pochissimo; accurata nel vestire non aveva mai una falda, un nastro, una