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per rientrare in casa. Aveva la bocca contratta, il passo incerto e un grande pallore nel volto.

— È necessario ch’io possa riflettere — mormorai — ma vorrei che fin d’ora, signorina, si tenesse certa della mia devota gratitudine.

Ella mi rivolse un tristissimo sorriso. Povera Emilia, quant’era buona, quant’era magnanima! .. Ma io mi sentivo inasprito contro me stesso, contro il destino e contro di lei. Avrei bramato poter corrispondere almeno con una deferente affezione a quel suo generoso amore, ma il cuore mi s’irrigidiva in petto.

L’accompagnai un piccolo tratto, poi ella s’allontanò a lento passo con una malinconica dignitá nello sguardo.


🞻 🞻 🞻


Dopo quel colloquio, io non ebbi un minuto d’esitanza. Vedevo tutte le cose con chiarezza e ancorché non potessi restare insensibile a una, proposta che doveva mutare per intero la mia sorte, sentivo che, nell’accettarla, io sarei disceso al livello dei volgari speculatori ai quali Emilia accennava e forse più basso ancora. Ma la sera, quando andai in giardino e vidi, fino a notte inoltrata, trasparire il lume dalle persiane nella camera della signorina Subeiras, il pensiero di quella creatura infelice che nella solitudine della sua vita, nell’amarezza di tante sventure m’aveva prescelto spotaneamente a compagno mi turbò, mi