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darle qualche lezione d’armonia e di’contrappunto, e dischiuse al suo facile ingegno, con la nobile scienza dei suoni, un mondo di diletti nuovi.
Quanto pareva grande a Violante anche la semplice scala armonizzata, quale attrattiva trovava nei bassi geniali di Mattei e com’era felice di poterli suonare coi numeri! Ella procurava al maestro delle continue sorprese per ii chiaro andamento delle parti: raro pregio che sempre più appariva nei suoi compiti musicali.
Anima più elevata che fantasiosa, Violante amava molto anche i risultati degli studî positivi. Come l’allettavano le regole della prospettiva e i problemi dell’aritmetica, così le leggi prime della scala e dell’armonia, derivanti da calcoli matematici e fondate sopra basi fisse, non potevano a meno di darle un’acuta sodisfazione, e di fare ingigantire dinanzi alla sua limpida mente il concetto primo della musica. Le sembrava che procedendo da principi universali, la musica dominasse vittoriosa sulle arti imitative, come un divino elemento di conforto, che ha le sue fonti nell’eternità delle cose.
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La diversità degli anni che aveva stabilito fra i due giovani una inevitabile distanza, andava apparentemente cancellandosi, e benché Montalto non cessasse d’insegnare con un certo fare autorevole e Violante non venisse meno alla piacevole sogge-