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Un vecchio cugino lontano che Subeiras aveva scelto quale esecutore delle sue ultime volontà, venne a stare qualche tempo nella villa e mi comunicò il desiderio della signorina ch’io conducessi a termine il lavoro iniziato. Non ebbi il coraggio di rifiutarmi, ma domandai un mese di riposo, non sembrandomi opportuno di rimanere in casa Subeiras in quei momenti di sì grave lutto. Quando vi ritornai, Emilia era sola con Fräulein Alwine; a me era stato assegnato un bell’appartamentino di tre stanze, nel quale, un cameriere, addetto alla mia persona, mi serviva anche nelle ore della mensa.

Tolta qualche escursione nelle città vicine, vivevo solitario come un trappista, e i convegni della sera non contribuivano certo a distrarmi. Dopo aver adempiuto ai più stretti obblighi della convenienza, Emilia pareva concentrarsi nel lavoro per i poveri, al quale attendevano con lena instancabile, quasi febbrile, le sue piccole mani, ma in realtà, ella stava tutta raccolta nel culto ardente e geloso della propria afflizione. Soltanto qualche volta io sentivo ancora posarsi sovra di me il suo sguardo con un’espressione di curiosità benevola, quasi di muta domanda.


🞻 🞻 🞻


Era trascorso un anno. Il riordinamento faticoso della biblioteca volgeva al termine e, siccome un lontano parente di mia madre, morto in quel