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ambiente piuttosto serio, ma l’immaginazione fu di gran lunga superata dalla realtà.

Quando giunsi, in un nebbioso giorno d’autunno, padre e figliuola stavano giuocando agli scacchi, dinanzi al caminetto, e Fräulein Frühman. lavorava per i poveri accanto a loro.

L’accoglienza gentile ma compassata mi fece provare, subito, un senso d’arcana mestizia.

Filippo Subeiras non era privo d’ingegno, ma, egli aveva impiegato tutte le sue facoltà mentali nell’onesta speculazione e adesso le dedicava da buon dilettante a continui e fortunati esperimenti agricoli sulle sue terre. Conservatore ostinato, s’occupava di politica e di scienze sociali solo per trovare sempre nuovo argomento ai suoi instancabili rimpianti del passato, alla sua acerba disapprovazione del presente, al suo invincibile terrore del futuro.

Ma se l’intelletto di Subeiras era chiuso al sentimento della bellezza e dell’arte, egli confessava però volentieri la propria ignoranza e quest’è un merito che pochi possono vantare.

Emilia amava suo padre d’una tenerezza sviscerata, governava la casa con precoce accorgimento, faceva dei lavori meravigliosi ed era una appassionata cultrice di fiori. D’indole ordinata, paziente, riflessiva, ell’aveva saputo trar profitto dai suoi modesti studi e possedeva delle solide cognizioni, ma parlava poco e sempre sopra soggetti familiari. Severa, anzi un po’ intransingente