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caduta e d’un popolano salito in buona condizione per virtù del suo ingegno, o accoppiava l’energia incorrotta dell’uomo primitivo all’innata cortesia del patrizio. Sognatore inquieto ma risoluto all’opera, tempra imperiosa e ribelle al convenzionalismo, egli possedeva il fascino di certe vergini nature in cui l’individualità del carattere rifulge limpida e geniale, fra le battaglie dello spirito, i focosi ardimenti, e la nobiltá delle risoluzioni estreme.

Come l’intelletto, così chiara egli aveva la fronte ben disegnata dai capelli neri folti e riccioluti; sulle labbra tagliate superbamente, come un modello di scuola, era una lanugine lieve; negli occhi grandi e grigi, uno sguardo lontano che rispondeva all’interno sogno, che destato all’attenzione delle cose, si faceva all’improvviso acuto, sfavillante; in tutto il volto d’un colore bruno e sano, un’irradiazione di virile bellezza varia quanto il pensiero.

Dal padre egli aveva ereditato la vigoria del corpo alto, forte e snello, dalla madre la grazia delle forme.

Le poche persone ch’egli veramente amava subivano, senza volerlo, il più dolce impero, perchè alla sua indifferenza sdegnosa verso il mondo egli sapeva contrapporre, negli affetti d’elezione, un ap.passionata intensità di sentimento.

Durante il viaggio, io pensavo con piacere a quest’amico dei miei vent’anni, fra tanti prescelto,