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La confidenza larga, sincera andava con effusione crescente dall’una all’altra delle anime nostre all’improvviso affratellate nella vasta solitudine del mondo. Mi pareva che il mio dolore, passando nell’anima innocente della fanciulla, si depurasse di tutta la parte più terrena e più colpevole.

Oh sì! innocente e pura ella era come il giglio del campo, ma non ignara dell’umana miseria; severa con sè stessa ella sentiva quella generosa pietà del fallire altrui che è la virtù degli animi superiori. Da lei ho imparato a non giudicare mia madre. Da lei ho imparato a rispettarne in silenzio la memoria.


🞻 🞻 🞻


Quando tacemmo, paghi dell’intimo, grave colloquio, ci si affacciò una luminosa visione. Non avevamo mai amato e dinanzi a noi era la grandezza infinita dell’onesto amore. Ma la minaccia della prossima separazione ci fece rabbrividire entrambi. Allora io dissi:

— Anna, Anna, si ricorderà ella di me?...

— La ricordanza è uno dei migliori beni — mormorò la fanciulla.

L’Accademia ormai si chiudeva, dovevamo uscire.

— Andiamo all’aperto. Anna, andiamo a contemplare insieme il cielo di Venezia, torniamo al Lido a vedere il tramonto, non m’abbandoni, per carità, non m’abbandoni!...