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Nella limpidezza angelica dell’occhio infantile, nella sua profondità immacolata si leggono e si sentono talvolta ineffabili promesse.

La fanciulletta porse la sua manina nervosa ed affilata e corrispose con molta attenzione, anzi con una curiosità ardente e superiore agli anni, allo sguardo del giovane, fingendo di non vedere la gruccia che pur l’attraeva, colla stessa pietà istintiva della madre. Interessava molto anche a lei di conoscere il nuovo maestro perchè amava la musica con un trasporto superiore alla sua età.

Dopo un breve colloquio, nel quale la marchesa narrò degli studi musicali fatti da Violante colle sue istitutrici, e Montalto accennò alle dannose conseguenze che possono recare le prime nozioni date, il più delle volte, sopra basi false e da persone incompetenti, il maestro espresse il desiderio che la bambina gli facesse sentire quello che sapeva, e si recarono tutti insieme nella stanza da studio. Una stanza semplicissima che occupavano in parte il pianoforte e una lunga tavola coperta con bell’ordine da libri e da quaderni.

Due scansie contenenti le opere principali per l’infanzia, i poeti classici e una buona scelta di esercizi musicali ne adornavano le pareti; il sole vi penetrava largamente dalle alte finestre, ravvivando, nella tetra stagione invernale, alcune piante fiorite e fragranti di freesia e di reseda.

Montalto, che la marchesa aveva pregato di cominciare subito le lezioni, invitò la piccola sco-