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è da farsene meraviglia. Ciò che la condanna è il tuo egoismo, non è il tuo istintivo amore... Vorresti vederla senza sostegno, sola, abbandonata?

— Sarei stato io il suo sostegno, avremmo vissuto uno per l’altro...

— Tu non avresti potuto darle che una posizione falsa, Mariano... invece tua madre occupa ora un posto ragguardevole in società è stimata,, contenta... E tu vorresti condannarla?

— Oh no, me ne guardi il cielo.

— E dunque?

— Dunque per me la mamma è morta...

Io dissi questo partendo, perchè avevo bisogno d’essere solo nella mia cameretta, e il buon Gozzoli non tentò nemmeno di seguirmi. Egli sapeva che le mie interne battaglie avevo bisogno di sfogarle nella solitudine.

Ahimè, quali e quante grida di ribellione eccheggiarono entro quelle quattro pareti! Io giacqui per molte ore bocconi sul mio letticciuolo in un parossismo di disperazione. E sempre mi pareva che giù nel piccolo giardino la ninfa continuasse a cantare le sue flebili note.

Ma quando mi sollevai da quel giaciglio, abbattuto e vinto da una notte d’insonnia e di febbre, quando, nella luce incerta dell’alba, cominciò a disegnarsi vaporosamente, nella sua cornice antica, la testina bionda dipinta da mio padre, il volto candido, sorridente e dolce che ricordava la mamma, nello sfinimento dell’aspra lotta, io mi sentii do-