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— Non sono punto innamorato, sai. E un matrimonio di ragione. Vuoi vederla?... Ecco il suo ritratto... — e apriva il cassetto segreto della serivania.

— No, no... non voglio.

Ma il giovane avendo già cominciato a ferire, per non tornar da capo un’altra volta, nel suo freddo egoismo virile, insisteva:

— Guarda... non è bella, ma è d’illustre famiglia... e... molto ricca.

Natalia chinò, senza volerlo, lo sguardo spento sulla platinotipia d’una donna bionda dalla faccia impassibile e sdegnosa.

— Non è italiana... — disse, come fra sè.

— No, hai indovinato, è di Bruxelles.

— Ah!... e... quando saranno le nozze?

— Vuoi che te lo confidi? a te, a te sola? tutti lo ignorano. Saranno a maggio. Dovevo finire così, Natalia, lo sai. Avevo già rifiutato tante proposte...

Ella gli volse uno sguardo così profondo che Lodovico fu costretto, suo malgrado, a chinare la testa.

Quante cose diceva, quello sguardo. «Non potevi tu lasciarmi nell’ombra, nel silenzio, piuttosto che suscitarmi nell’anima questa tempesta di dolore?... Tu hai giuocato col mio cuore, ora lo spezzi senza misericordia e quello che u per te un sì breve trastullo, sarà il patimento di tutta la mia vita...»

Ma se lo sguardo parlava, le labbra della fan-