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d’un Pallano, una vera follia. Perciò la sua lottar contro l’inesorabile ragione materna fu breve e finì con un patto reciproco. Donna Clara prometteva di non allontanare Natalia dal suo servizio, egli dava la parola di staccarsi, sé non subito, a poco a poco da lei, e anzi a tale scopo accettava,, di buon grado, la proposta d’un piacevole giro all’estero.
L’inattesa notizia del viaggio fu per Natalia il primo, amaro sintomo della freddezza. In quegli ultimi anni, il conte Lodovico era stato assente parecchie volte ma sempre per ragioni necessarie o per lo meno importanti, e nelle sue lettere tenerissime, negli arrivi sospirati e pieni d’effusione ell’aveva sempre, trovato un dolce compenso alle acerbe pene della lontananza. Adesso era lui, proprio lui che ambiva di viaggiare per divertirsi.
Alla prima lunghissima assenza parecchie ne seguirono, se più brevi non mai chiaramente giustificate e. la corrispondenza epistolare si fece più rara e più stentata. Pareva quasi che la propria casa, il cui soggiorno gli era stato così gradito per l’addietro, riescisse noiosa a Lodovico, ma in fondo egli cercava tutti i mezzi per distrarsi da quell’amore forse non vinto ancora.
Natalia ch’era passata, da gran tempo, dar brevi giorni della nuova, dolcissima speranza, al periodo angoscioso dei dubbi, delle paure, delle incertezze che suscita la ragione nel suo lento ma sicuro risveglio, viveva in una ansietà febbrile