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quasi d’aver sedotto la ragazza, minacciando di licenziarla.

Lodovico impiegò tutta la sua eloquenza per difendere l'onesta di Natalia e per dimostrarne la severa illibatezza, finì coll’accennare alle sue velleità di matrimonio.

— Le hai promesso di sposarla? — domandò la contessa, cominciando a turbarsi.

— Promesso? no, non ancora. Gliene ho parlato.

— E quella sciocchina t’ascolta!.. non avrei mai creduto che corrispondesse in questo modo ai miei benefizii... ecco l’umana gratitudine! Ma questo poco importa, tutti gl’innamorati parlano di matrimonio. Natalia non può pensarci seriamente, non può pretendere che se il suo padroncino si è degnato di farle un po’ di corte le dia poi anche il suo nome. Sarebbe una cosa assai comica, caro Lodovico.

Donna Clara si valse così abilmente del ridicolo per rovesciare i vaghi piani di suo figlio che il giovane ne rimase atterrito. Ella conosceva a fondo il suo carattere debole, la sua morbosa paura dell’opinione pubblica, l’irresolutezza che aveva fatto di lui un uomo di scarsa volontà.

Ancorché l’umano istinto della contradizione avesse rinvigorito, per alcun tempo il desiderio di Lodovico, le idee della madre non tardarono molto a sembrargli giuste, logiche, chiare; egli si convinse presto, d’aver immaginato una cosa indegna