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del veltro allegorico di dante 87


gni; ed il poeta, in grazia della donna e per lunga dimora piaciutosi della cittá, bramò di espiarli con quel gentile artificio della predizione di Buonagiunta. Che, se in mezzo alla caligine dell’antichitá può credersi alle congetture, le sopraviventi memorie di Gentucca, giá moglie di Bernardo Moria degli Antelminelli Allucinghi, farebbero sospettare che fu ella colei la quale tanto suil’Alighieri potè, allorché vittorioso Uguccione diè fine alla guerra lucchese.

Consapevole dei pensieri di lui, dovè in quel tempo credere l’Alighieri che il signor di Pisa e di Lucca fosse con pivi lieti auspici per menare ad effetto le giá inutili ambizioni di messer Corso, e per superar la forza dei guelfi rimbaldanziti dalla fortuna del re Roberto e dalla protezione di Filippo il bello. Ed ecco il poeta, come altrove si narrò, simboleggiar tosto Filippo istesso in forma di un gigante che trae serva una donna, cioè la sedia romana, in Avignone: ma un capitano era prossimo che avrebbe ucciso, cioè vinto e superato, cotal gigante in un con la donna (Purg. XXXIII, 40-57). Or questo era l’officio appunto del veltro, il quale parve a Benvenuto ed a tutti gli antichi scrittori essere la persona medesima de! capitano. Qui dunque, non altrimenti che nell’istoria, torna Uguccione a trionfar nel poema: qui al massimo fra i ghibellini, che avea ristorato Pisa e sottratto Lucca dal re Roberto il poeta canta inno di lodi. E male di queste vorrebbe alcuno far dono ad Arrigo VII giá spento quindici mesi prima di Filippo il bello di Francia, ovvero a Can della Scala che, vivo Filippo, non ebbe alcuna guerra col re Roberto: per le quali ragioni ei non potea dirsi poeticamente che avrebbero Cane od Arrigo ucciso un giorno il gigante. Ma giá in colui, che stava neH’atto di combatterlo con opporsi alla sua famiglia in Italia, i rivali affisavano gli sguardi; e giá Castruccio Castracani, veduto il Faggiolano poggiare si alto, levavasi a contemplarne le opere. Perciò guardingo parlando di chi avrebbe prostrato il gigante, l’Alighieri avvolgevasi fra nebbie allegoriche, né dissimilava che a bella posta egli avea voluto intenebrare i suoi detti, proponendo alle genti un enigma forte a