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del veltro allegorico di dante 81


gli si fosse fatta innanzi crucciosa per la malvagitá dei suoi parenti, e pregando che il loro esempio non dovesse corrompere Alagia Malaspina: lei sola fra tanti Fieschi Adriano riconobbe per sua nipote (Pitrg. XIX, 142-145). Ma irato a Roberto assai piú che ai Fieschi, Dante proruppe in piú amara invettiva contro tutta la casa di Francia e di Napoli, da Ugo Capeto detto il bianco e l’abate fino a Filippo il bello, cui rimprovera le crudeltá contro Bonifazio VIII, e la cupidigia con che alle ricchezze dei templari disteso aveva la mano (Purg. XX, 93).

Poco innanzi che Arrigo assediasse Firenze, maggiori moti che in Genova si erano suscitati contro esso e Can della Scala in Padova, impaziente di aver perduto Vicenza, ed unita con Trevigi donde i signori di Camino furono discacciati (dicembre 15). E i padovani saccheggiarono il vicentino ed il veronese: pur lo Scaligero non poche terre dei nemici distrusse con fiamma vendicatrice. Cosi fra dubbi eventi ondeggiava la fortuna di Cesare non meno in Toscana che in Lombardia: ma, quando Casole fu presa, la guerra fiorentina degenerò in processi ed in mostre giudiziarie fra i combattenti (1313). L’imperatore sentenziò a morte meglio che seicento fiorentini (febbraio 23), e, con essi Fazio da Signa e Baldo di Aguglione, l’uno detto villano e l’altro barattiere da Dante (Parad’. XVI, 55 e 57): assistevano al trono imperiale Federigo di Monte F’eltro, Francesco di Tano Ubaldini, Baschiera Tosinghi, Giano dei Cerchi, e Paolozzo della Faggiola. Non meno sollecita rispondea Firenze con minacce di esterminio contro i suoi cittadini che in numero di quattrocento sessantanove aveano seguito Cesare all’assedio: e perché nulla mancasse agli orrori delle gare civili, Gerardo Alighieri, zio dell’esule Dante, drizzava queste tavole di proscrizione (marzo 7 e 29). Dal silenzio di esse intorno al poeta raccogliesi, ch’ei non fu all’assedio di Firenze, quantunque confortatore della venuta di Arrigo: nel qual tempo Dante scrisse il suo libro latino della Monarchia, forse in Pisa ove in breve si troverá.