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60 | carlo troya |
punirla (Inf. XXXIII, 81): essi che appunto per vendicare il conte Ugolino l’aveano guerreggiata per cinque anni; e Dante avea combattuto. I vicini di Pisa erano Lucca e Firenze: or che Dante, dopo la sentenza del fuoco, invocasse Lucca e Firenze per distruggere Pisa, il crederá solo colui che non visse in giorni di fazioni civili. Né Ruggieri, si come può credersi del tuttora vivente Alessandro di Romena, offese o i ghibellini o i bianchi o il poeta. Nondimeno egli è agevole il supporre che l’Alighieri dettò l’Ugolino, essendo giovine guelfo, e non appena quegli mori: che il canto fu di guerra per ispronare alla vendetta i lucchesi ed i fiorentini: che in prima favoleggiò l’Alighieri di aver visto in inferno, quantunque ancor vivo, Ruggieri: e che, divolgato il canto nelle bocche degli uomini e non potendosi abolire così bei versi, gl’inseri ei nella Commedia quindici anni dopo che i vicini aveano col trattato di Fucecchio compiuto la loro guerra lustrale. Ma di ciò sia che può: nuovi sdegni, non altrimenti che contro Alessandro di Romena e l’arcivescovo Ruggieri, accesero tosto il poeta contro Branca Doria di Genova inimico dei Fieschi (Inf. XXXIII, 137), e contro i genovesi tutti (Inf. XXXIII, 151-153). Cosi egli esercitava quella che credeva la giustizia poetica: fossero pure in seggio e possenti gli uomini che flagellava coi versi. Né guari andò che soggiogati ultimi gli Ubaldini, furono costretti di giurar fede a Firenze (novembre 1): in tal guisa mancò affatto in Toscana per alcun tempo il nome dei ghibellini e dei bianchi.
XXXIV. Stanco di tante sciagure, ingannato sempre dalla speranza, 1 ’Alighieri venne da Reggio per la seconda volta in Lunigiana, ove diè le ultime cure al suo Inferno. E veduto l’imperio privo di capo, né confidandosi che il successore di Alberto austriaco sarebbe stato meno indolente degli affari d’Italia, decretò di abbandonarla; vago piuttosto di patire la compassione degli stranieri che degl’italiani.
Colá dove la Magra, maestoso fiume, termina il corso, a destra della sua foce, si prolunga nel mare Monte Caprione,