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56 carlo troya


L’Alighieri non era stato lungi da quella guerra. Non cosí gli fu noto in Lunigiana il proponimento del cardinale, reso grazie ai Malaspina, venne in Romagna, ove il chiedevano gli affari della sua parte: qui nella qualitá di segretario di Scarpetta degli Ordelaffi lo pongono in questo anno fino al seguente gli storici di Forli, sulla fede non incerta delle antiche scritture, quantunque ora disperse. Né sará increduto di ciò chiunque attentamente voglia farsi ad esaminare i quattro canti dell’Inferno dal vigesimo settimo al trigesimo, i quali sembrano destinati a non parlare se non della Romagna e degli uomini che guerreggiarono a favore o contro del cardinale. In quei canti, oltre l’episodio pertinente a Guido di Monte Feltro (Inf. XXVIII), si leggono l’ammirabile descrizione dello stato della provincia, qual’ella era nel 1300 (Inf. XXVII, 37-54), e le varie lodi degli Ordelaffi (Inf. XXVII, 43-45) o dei Polentani (Inf. XXVII, 40-42) e i discorsi di Piero da Medicina; il quale, rimpiangendo il dolce piano di Lombardia (Inf. XXVIII, 7475), e toccato dal recente caso di fra Dolcino (Inf. XXVIII, 55-60), rammenta la tirannia ed i tradimenti del guelfo Malatestino (Inf. XXVIII, 76-90). Deplora poscia il poeta i mali estivi di Val di Chiana (Inf. XXIX, 47), ove nella scorsa está i sanesi aveano combattuto i bianchi: luoghi allora si tristi, come oggi son lieti. E crucciato riprende i sanesi della lor vanitá, non dubitando punto di paragonarli coi francesi, che teneva per vanissimi (Inf. XXIX, 125-132), e che intanto gli sembrarono superati dalle stoltezze della famosa brigata sanese detta la godereccia, della quale parlerò nelle Istorie. Cosi, leggendo il poema, da per ogni dove si conosce l’orma delle passioni e delle ire di Dante: ma non si comprende perché, trascorsi vent’otto anni dalla punizione di maestro Adamo da Brescia, l’Alighieri avesse voluto attribuire il principale odio di quel delitto ad Alessandro conte di Romena (Inf. XXX, 76-78), con cui avea familiarmente vivuto nella guerra contro Firenze. Forse Alessandro parteggiò coi fratelli Guido e Aghinolfo contro il cardinale, allorché questi giunse a Romena.