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che ogni speranza di pace si dileguò: indarno venuti, ritornarono i sindachi dagli esuli: e il cardinale, forte fremendo, e scomunicando Firenze, ripartí per Perugia il 5 giugno 1304. Due soli giorni mancavano e sarebbe stato compiuto il mese cinquantesimo dal 7 aprile 1300, cioè dal giorno in cui finse il poeta di essere disceso in inferno. «Cinquanta mesi non saranno scorsi, e tu saprai quali siano i dolori dell’esilio»; cosí dicevagli Farinata nel decimo canto (Inf. X, 79-81), e cosí l’Alighieri, serbando con ammirabile precisione le ragioni dei tempi, faceasi profetare la sventura della cacciata del cardinale.

Poco appresso, fuoco esecrabile arse Firenze, appiccatovi da malvagio uomo; e scrisse taluno che Corso Donati fu visto saettar egli stesso l’incendio alle case dei suoi nemici. Benedetto XI, tocco dall’orrido caso, consentí al cardinale di Prato che si richiedessero messer Corso Donati e Rosso della Tosa e Baldo di Aguglione con gli altri reggitori di Firenze per essere sentenziati dell’avere impedito la pace coi bianchi e con empia fiamma guastato Firenze. Ne andarono a corte per difendersi: ma il cardinale di Prato significò in quel mentre per lettere o per messi agli usciti, essere ormai l’ora di congregarsi e di assaltare Firenze: doversi le forze dei bianchi e dei ghibellini rivolgere alla santissima impresa del punire i mancatori della data fede: i piú animosi dei neri trovarsi lungi dall’arsa cittá e divisa dalle parti ed inerme. I ghibellini ed i bianchi non furono pigri: e, reintegrate le amistá coi romagnuoli, coi bolognesi, coi secchi di Arezzo e coi Pistoiesi, fecero il colmo della lor possa.

La memoria dei disastri mugellani, le nuove speranze di migliore successo e l’aura propizia di Roma ricongiunsero il disdegnoso e solitario Alighieri a coloro, dai quali erasi allontanato; ei si crede che ciò fosse avvenuto nel castello di Gargonza in Val d’Ambra sui confini d’Arezzo. I bianchi scelsero capitano Alessandro di Romena nipote di Aghinolfo dei conti Guidi, e Baschiera Tosinghi un dí confinato a Sarzana dall’Alighieri ed ora esule insieme con esso. Eletti dodici