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rispondere a diversi suoi contradditori era quello che riguardava il verso: «E sua nazion sará tra Feltro e Feltro». Al Troya, che in Uguccione aveva identificato il veltro anche con la determinazione della sua nascita fra San Leo di Montefeltro e Macerata Feltria, s’opposero ben presto tanto coloro che davano un significato non geografico alle importanti parole, quanto coloro che pur dando ad esse siffatto significato, identificavano le localitá indicate nel poema in Montefeltro ed in Feltre veneta. Dei primi, i piú vedevano il veltro in Benedetto XI (i), e nei due «feltri» le due lane di questo papa, le monastiche dell’ordine dei frati predicatori e le primitive, poiché era nato da un mandriano di pecore; e ad essi il Troya risponde: «Il feltro cioè il non tessuto panno d’un pecoraio, è proprio il contrario della lana tessuta, onde si veste un frate predicatore» ( 2 ). Dei secondi alcuni mettevano in dubbio che il castello della Faggiola appartenesse al e dopo Benvenuto da Imola ( Apud Murai. A. M. Aevi, I, 1226) e il Moratino (Annales Foroíivíenses, Apud Murai., S. R.//., XXII, 183), l’anonimo Italo, scrittore ghibellino: «...i guelfi a Montecatini furono presi come timide rane; ma infine, secondo il costume degl’italiani, vituperosamente Ugo fu discacciato. Pochi sono i popoli che riconoscano il buon servizio dei signori, ma come stolti mutano volontá» ( Anonimus Italus, Apud Murai., S. R. It., XVI, 276; More Italorum). Con un passo del Petrarca risponde il Troya al Tommaseo per provare la riverenza in cui Cane della Scala ebbe Uguccione: «Ugo agitato nell’etá nostra da varie tempeste della fortuna, fu magnificamente ricevuto dallo Scaligero: e non sostenne punto le parti di ospite, ma di padre» (!•’. Petrarchae, Renivi vieviorandarunt, lib. II, cap. 4). K sempre al Tommaseo, che troppo rozzo ed agreste ritenne sia stato Ugo, risponde come il contrario risulti dalle parole del Mussato «che fu ambasciatore de’padovani ad Arrigo VII, e che potè conoscere Ugo in quella corte od in qualche simile occorrenza» (A. Mussati, Apud Murai., X, 61): Naturavi, vultumque viri singularis ingenti Ugucionis de Fagtola paucis dicere Incus admonet. Futi origine mxta (sic) nobilis de Fagiola Comitatus Ariminensis oppido. Caliiditatis incredibilis, quem Radei fiilaritas et omnis facundia fulciebat. Cuius ingenti profundilcs, ut magna quaeque negotia simularci ac dissimulai et studium praebebat, amicitias facile conquii ere. Ingentium facinorum dubium, an aggredi promptius, an in susceptis perseverasse moderai ius- in ambiguoque certatum est, an astutior, an fortunatior. (1) Furono il De Cesare, il Betti, il p. Marco Tonta, il p. G. B. Giuliani, il p. Marchese, per ricordare, per ora, solo quelli a cui potè rispondere il Troya rei Veltro allegorico dei ghibellini.

(2) Ai sostenitori di Benedetto XI, il Troya fece anche altre obiezioni, e cioè: ohe non potè essere stato il veltro de’ ghibellini o de’ bianchi se non «per soli quattro o cinque mesi, dal 22 gennaio al io giugno 1304:... dal giorno, in cui Benedetto XI spedi suo legato in Toscana il Cardinal di Prato per ricondurre gli esuli a casa, fino all’altro, nel quale il cardinale partissi maledicendo e scomunicando i neri, dominatori di Firenze... Nel seguente mese di luglio 1304 mori l’eccelso pon-