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fosse trovata conforme a verisimiglianza la congettura del signor Troya, da ciò non verrebbe al suo libro che piccolissimo detrimento d’utilitá e di bellezza. Giacché le gesta dell’eroe faggiolano non sono, per dir cosi, che il pretesto che l’uomo erudito coglie per quindi ragionare dei fatti di Dante Alighieri e della parte istorica della Divina Commedia». Ricorda il Tommaseo le imprese ardite prudenti ed astute di Uguccione, ma, per lui, la sua stessa «politica avvedutezza, a riguardarla meglio, era tale che forse ad animi alteri e franchi, qual era certamente l’Alighieri, non doveva apparire né molto onorevole né molto conducente a buon fine...». Ricorda la duplicitá di condotta di Uguccione alleato al guelfo Azzo VIII, il quale s’era accostato per momentanei interessi ai ghibellini contro la guelfa Bologna; i sospetti degli aretini di segreti accordi di Uguccione coi neri di Firenze, la condotta del Faggiolano che in Arezzo seminava discordia fra’ ghibellini per farsi tiranno, ed altro ancora che risulta dal Lomonaco, e chiede: «Uguccione macchiato di tirannide, Uguccione goloso, Uguccione lascivo, Uguccione venale, Uguccione amico de’ tradimenti, Uguccione amico de’ tedeschi lurchi, Uguccione amico di Bonifazio, poteva egli essere tanto ammirato da Dante che tutte queste colpe punisce con si gravi flagelli?». Piú avanti, nello stesso fascicolo della rivista fiorentina v’è un’«Appendice al discorso sul Veltro allegorico», in cui si passano in rassegna commenti diversi alla Divina Commedia, ed a proposito del v. io del XX del Purgatorio «Maledetta sie tu, antica lupa», si nota: «La lupa dunque non è la corte di Roma, è l’avarizia in generale, la quale talvolta viene a significare non la chiesa romana ma gl’indegni suoi pastori...»; e s’aggiunge: «Dalle quali cose si viene a conchiudere che all’avido Uguccione, il quale di liberalitá non diede mai saggio, il vaticinio del poeta molto meno si converrebbe che al munificentissimo Cane. E una conseguenza piú importante ancora e piú nobile se ne trae: cioè che nell’opinione di Dante i politici mali avevano una morale e religiosa cagione; che dalla riforma de’ costumi civili ed ecclesiastici la riforma delle repubbliche doveva prendere auspizio... E perché siamo ancora a questo mistico veltro, giova recare l’autoritá di altro anonimo che in lui vede un universale signore, salute d’Italia: parole che al nato principe di cittá famosa, al capo della lega ghibellina potrebbero bene adattarsi, non mai ad Uguccione che sorse quasi capitan di ventura; il cui dominio, quand’ebbe piú