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del veltro allegorico di dante 29


nente della Marca trivigiana, Padova intendeva diligentemente a conservare l’acquistata Vicenza: in Trevigi dominava Gherardo da Camino, del quale si leggono magnifiche lodi nella Divina Commedia (Purg. XVI, 124 e nel Convito), la cittá di Feltre del pari che Brescia posava sotto il governo del proprio vescovo. Alla Romagna, turbata da piú violenti moti, davano legge in fra gli altri e gli Ordelaffi e i Polentani ed i Maiatesta, pressoché liberi da ogni soggezzione non meno dell’imperio che della Chiesa. Nulla di manco la stanchezza delle armi richiamò la quiete in Italia. Bologna e le cittá di Romagna pattuirono lega per cinque anni fra loro ed Alberto della Scala ed Azzone VIII di Este: Genova si piegò agli accordi con Venezia e coi pisani; ai quali, lagrimevole avvenimento, permise di ritenere privo di libertá Guelfuccio III della Gherardesca. Matteo Visconti, accorto ed operante signore, con opportuno trattato riusci a disarmare Giovanni di Monferrato ed Azzone VIII di Este cogli altri venuti a campo contro Milano. Così per tutta Italia, tranne il regno di Puglia e la Sicilia, lieta discorreva la pace, allorché apparve nuovo spettacolo e percosse le menti degli uomini.

XIV. Turba innumerabile di pellegrini si vide giungere in Roma: richiesti per ordine del pontefice rispondevano, esservi sospinti da tradizione antichissima per ottenere i secolari perdoni (1300). Bonifazio non ristette nel largheggiarne; però crebbe la turba: né mai dopo le crociate di oltremare i popoli migrarono in tanto numero. L’Alighieri si recò a Roma e maravigliava della moltitudine dei pellegrini (Inf. XVIII, 82-83): accompagnollo forse il suo amico Casella, che morì nel ritorno (Purg. II, 100-102). Tale cominciò col secolo il giubbileo; tale il 1300, memorabile per nuovi riti, per grandi espiazioni e per non minori delitti. Nei primi quattro mesi, gl’italiani continuarono a cessar dalle guerre; i fiorentini erano i piú allegri e doviziosi, fra brigate sollazzevoli e danze giulive traendo la vita: ma i giorni leggiadri finirono appunto in quell’anno. Lievi cagioni, delle quali parlerò in altro scritto, aveano diviso i