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di potrebbe da sé medesimo crescere alla dignitá di una storia: per ora la mente si affretta solo a voler narrare i casi d’Italia. Quando, poi, compiuto il primo volume, le barbariche moltitudini ecc. Or che vi pare? A me pare che l’interesse mio grande, quello cioè di dare unitá, è salvo, e che, nel tempo stesso, si schivino gli inconvenienti, notati dall’ottimo Mannella, di sdegnare gli animi con un lungo dire, il quale sembri estraneo all’Italia, quantunque non sia.

Del resto Mannella si riserba di parlar con voi anche di questo e vi saluta di nuovo. Mia madre, mia moglie, parimenti, vi salutano e sono sollecite al pari di me d’aver notizie della vostra salute. Scrivete presto: io sono sempre e sarò ecc. Napoli, 13 agosto 1834.