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del veltro allegorico di dante 27


lippo IV il bello al quale il padre Filippo III l’ardito avea lasciato il reame di Francia. Regnando Bonifazio, Uguccione della Faggiola si diè tutto in Arezzo a tenere in alto la parte imperiale (1295). Composti gli affari domestici, e col consentimento dei fratelli rivenduta la terra di Mansciano, ei non ebbe altri pensieri che di guerra (febbraio 18): nell’anno seguente (1296) recossi con Ribaldo a Forlì per portarvi aiuto a Scarpetta degli Ordelaffi capitan generale dei ghibellini di Romagna. Intanto i siciliani facevano re Federigo di Aragona (marzo 25); irato Bonifazio VIII pubblicò grandi scomuniche da una parte contro lui, dall’altra contro i due Faggiolani e Scarpetta degli Ordelaffi. Uniti questi tre fecero impeto contro i bolognesi, e li voltarono in fuga: tosto s’impadronirono d’Imola (aprile 1). Ed avendo Guido di Monte Feltro cercato rifugio in un chiostro dei frati minori di Ancona, Uguccione divenne il principe dei ghibellini (luglio 21): Cesena, Forlì, Faenza ed Imola novellamente conquistata lo scelsero capitan generale. Invano Bologna si affidò al coraggio di Ugolino conte di Pánico, e fratello di Capuana vedova di Nino il Brigata della Gherardesca; invano si fece prova di riprendere Imola: Uguccione infondeva il valore nel petto dei suoi e rese vani gli sforzi degli avversari. Avvenne in quel tempo che quella cittá dichiarò suo cittadino Matteo della Gherardesca, nipote del conte di Pánico e figlio di Nino il Brigata (novembre 1). Continuò intanto Uguccione a fortuneggiare in Romagna fino a che Alberto d’Austria, figlio di Rodolfo, non ebbe ucciso Adolfo di Nassovia nella battaglia di Vormazia e preso la corona imperiale (1298, luglio 2): ma Bonifazio VIII non consenti punto ad Alberto. Pur la guerra tacque alquanto in Romagna, e potè Uguccione rivedere la sua feltria contrada (dicembre 8): quivi egli concedè all’arbitrio d’amici comuni alcune controversie con la badia del Trivio per la custodia ch’egli e Fondazza e Ribaldo aveano tenuto del castello di Selvapiana (31): dopo ciò, Uguccione, salutato lor difensore dai solitari alle cure pubbliche avvicendò faccende piú miti.

Ma Guido di Monte Feltro nel suo umile asilo rifuggiva da