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XX

Mia buon’amica, L’articolo sul veltro è nientemeno che di sessantatré pagine! Misericordia! Ma ho vuotato il sacco, e vedrete che ciò è stato per la prima e per l’ultima volta. Né vi è luogo a rispondermi, perché ho dichiarato che di Ugo della Faggiola non m’importa nulla; che io sono apparecchiato ad aver qual buono e legittimo veltro qualunque veltro mi si possa proporre; e per burlarmi un poco del veltro e dei veltristi, propongo io medesimo tre o quattro altri veltri, o botoli di veltro. Ed in veritá mi seccava che io dovessi vedermi annoverato fra i commentatori, o studiosi, o pedanti, o seccatori di Dante, sol perché ad un libro storico diedi (consentendo a Marchetti) quel titolo un poco pedantesco del Veltro\ Per qualcuno, che rivolge in mente la storia d’Italia, non è bello veramente il far credere che non abbia in capo altro che le cose del veltro. Le ultime parole delParticclo sono: «E se Dante non volle, o non seppe, dire qual era il suo veltro, tal sia di lui». E dimostrare che è necessario di studiare la storia indipendentemente da questa misera questione di voler sapere qual fu il veltro di un poeta. Ed il titolo dell’articolo è Del Veltro allegorico dei Ghibellini; e qui dichiaro che Ugo della Faggiola fu certamente il veltro dei ghibellini; che ciò mi basta per la storia d’Italia; e che non m’importa nulla di sapere se fu anco il veltro di Dante.

Nel paragrafo sulla cronologia della Divina Commedia, comprenderete perché mi servono le glossule degli Aneddoti del Dionisi. Ed ormai bisognerá, per vederle, che sia novembre. Liberatore dice che Cardinali è partito per Roma: cosa che, per altro, non mi persuade.