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Un momento prima di questo gioviale italiano, si fa, nello stesso numero 130 d q\Y Antologia, dinnanzi a voi un altro scrittore: egli è il Tommaseo. Costui pare abbia voglia di essere strozzato dall’altro, perché tutto sta nei fatti, ed anzi nei minutissimi fatti: e questi fatti, che va cercando si ansiosamente, appartengono... a chi mai? Voi noi credereste, appartengono ad un amico vostro, ad uno almeno, che, essendo tale, vi crede e vi chiama amica sua: voglio dire il Veltro allegorico. Ed intorno al Veltro allegorico vi sono 26 pagine circa di testo ed altre sei di appendice, in carattere minutissimo. Prende la mossa il Tommaseo dalle vite dei famosi capitani d’Italia, dettate, al principio di questo secolo, da un nostro napoletano, che si appellava Francesco Lomonaco: fervido ingegno, come uno di quelli che tanto abbondano in questa mia patria; ma quasi precursore o martire del romanticismo futuro, si gittò nel Po e chiuse i suoi giorni. Lomonaco (e voi dovete leggerlo) « ha scritta la vita di Uguccione. «Egli — dice il Tommaseo — cel fa vedere ancor coi difetti e coi vizi che bruttavano quel si raro valore: talché, nel rileggerlo, ci ritornavano alla mente i forti dubbi, i quali altra volta ci assillano nella cara lettura di un libro, che è tra’ pochi a cui possa con pienezza concedersi la lode di vera erudizione e di storica scienza. Ognun s’avvede che io parlo del bel discorso intorno al Veltro allegorico. In cotesto lavoro, trova il lettore, anno per anno, mese per mese, dichiarati i fatti e le vicende dell’infelice poeta; trova, nitidamente e in modo nuovo, additata l’armonia forte e costante che corre tra i movimenti del suo poetico genio e quelli della travagliata anima sua; trova le analogie degli avvenimenti, le allusioni ai personaggi, le intenzioni del cittadino, o con sicurezza di dottrina indicata, o indovinata con ingegnosa congettura e con isforzo d’ipotesi, belle (se altro non fosse) di nuovo ardimento. Pure nell’atto che noi a tutti gli amatori di Dante e delle cose istoriche proponiamo quest’operetta, non solo come illustrazione egregia, ma come lavoro erudito, originale per esattezza, non meno che per gravitá di esposizione, per vastitá ed accuratezza d’indagini, dobbiamo insieme, con