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del veltro allegorico di dante 23


dei guelfi! Bernardino di Polenta, capitano dei pistoiesi e non ancor privo della sorella, menò ai fiorentini ausiliari non pochi. Scontratisi gli eserciti a Campaldino, la giornata inclinava in favore degli aretini, e i guelfi andavano in rotta: ma Corso Donati sospintosi gagliardamente ove il pericolo era piú grave, ricondusse ai suoi la vittoria (giugno 11). Cadde il vescovo Guglielmino; Buonconte forato nella gola ruinò in Arno. Trionfatori di Campaldino, i fiorentini ed i lucchesi voltarono i passi contro Guido di Monte Feltro: l'Alighieri ne andò a quella volta, e vide cedere alle armi guelfe il castello della Caprona otto miglia lontano di Pisa (Inf. XXI, 94 e 95). In quell’assedio, poeta non meno che soldato, Dante conobbe Nino Visconti giudice di Gallura e nipote di quel conte Ugolino, cui Dante stesso vendicò e cogli scritti e col ferro.

XI. Trascorsi alquanti giorni dalla presa della Caprona, orrido avvenimento attristò la Romagna. Malatesta di Verrucchio fuggitivo in Pesaro avean seguito i suoi figli e la nuora Francesca: quivi ella traeva il tredicesimo anno delle sue nozze con Giovanni lo zoppo; di due figli Concordia e Francesco, erale stato il fanciullo rapito. Parole di pace moveansi tra i Malatesta ed i riminesi: le armi posarono, ma non posava Francesca, giá da lunga stagione accolto in petto il sembiante di Paolo il gentile cognato. Amore infine le travolse la voglia; Lancillotto del Lago fu loro duce alla colpa: e questa la svelò a Giovanni l’uno dei servi. D’improvviso uscito lo zoppo, trafisse d’un sol colpo gl’incauti (settembre 4). Unico avello racchiuseli: trasportati poscia di Pesaro, né disgiunti, riposarono in Rimini quando la riebbero i Malatesta. E giá tre secoli erano scorsi, allorché Paolo e Francesca furono trovati con ancor fresche le loro seriche vesti: vero adunque avea detto la donna, che mai da lei non si sarebbe quegli diviso! (Inf. V, 135). Non appena vibrato il colpo, fuggi piangendo Giovanni; cui tosto la perduta moglie parve piú bella. Ed ecco: in sei soli mesi la sorte offerì a Dante il doppio argomento, sul quale poggia sì alto il pregio dell’italica lingua, e presso tutte le nazioni suonano Ugolino e Francesca.