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E cresce ogni di l’impazienza: ma vorrei che ciascuno si rimanesse ove si trova e che io solo ne andassi alla volta loro. Se voi sapeste, o se io potessi dirvi! Se giammai rivedrete un mio amico, e propriamente quello che una sera vi feci conoscere dalla marchesa, e voi assicuratelo che io lo invidio dal suo essere lungi. Né a me sembra di essere disgiunto ancora da certi luoghi. Sant’Onofrio, San Pietro in Montorio, il Gianicolo tutto, le tre Fontane mi sono e mi saranno lungamente fissi nella memoria. E come il Vaticano potrebbe dimenticarsi? Ma veniamo al sonetto, di cui mi toccate nella vostra lettera. Grave, robusto è quel sonetto: ed io spesso il rileggerò. Sembrami appartenere al genere di quelli del Casa: e però egli è un caro e virile sonetto. In un’altra lettera parlerò di alcune correzioni che io vi bramerei: per ora, non so parlarvi che della parte morale di esso. In prima in prima ditemi: chi è colui che potè dall’autore ottenere cotanta stima? Ben molti vorrebbero meritarla: osano pochi di sperarla, e fra questi havvi taluno che l’averla sei recherebbe si forte a ventura. E si forte, che, a petto a questa, tutto il resto sarebbe niente! Nondimeno, se si potesse, sarebbe forza di odiare l’autore, che ostinasi a disperare della sua fama. Quando il fuoco di gloria un giorno arse nel petto, io vorrei dire all’autore, giá non si è piú volgo, e si è assai vicino a conseguirla sol che duri.

E qui lasciando il sonetto, io toglierò da esso l’occasione di amichevolmente guarirvi un poco. Eccellenti nella vostra lettera sono le vostre riflessioni sulla esagerazione poetica, la quale si può assai facilmente ricondurre alla giusta misura del vero. E la lettera che contiene siffatte riflessioni è scritta in buona lingua ed a norma dei buoni principi dello stile. Non vi adirate dunque se io vi consiglio a trar profitto da cosi belle disposizioni, e se vi prego, in nome della patria nostra, di procacciarle onore, lavorando qualche prosa di buon conio. In principio, arduo vi sembrerá il cammino, pure di tratto in tratto, vi sentirete piú lena: infine saprete andar franca e sciolta. E l’alternare mi piacerebbe fra il tradurre in buona lingua