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arsero, manomettendone o trucidandone gli abitanti. Egli è inutile il dire qual moto in Napoli producessero i ragguagli di quei funesti eventi: e tutto di s’ascoltava una qualche atroce notizia, ingrandita dalla fama; or che il Cuzzaniti procedesse contro Trapani per castigarla d’avere spedito i deputati al parlamento napolitano e che intanto le sue feroci correrie avessero costretto le cittá di Alcamo, di Calafatimi, di Marsala e di Monte San Giuliano ad unirsi con Trapani contro Palermo in favore di Napoli; ora che l’insigne cittá di Cefalú fosse divenuta piú misera d’ogni altra pe’ furori dell’infame taglieggiatore Battaglia. In mezzo a questi sovente incerti e dubbiosi racconti, rabbrividivano gli animi; né ancora il Palmieri, testimone di tanti orrori, avea posto la mente a dettare il suo Saggio; ma oggi può ciascun erudirsi nel suo libro, quantunque ivi facciasi di questi un piccol cenno, che io cercherò di allargare, se i documenti a me promessi da un uomo insigne intorno alle napolitane e siciliane sventure del 1820 verranno tra le mie mani.

Qual fu la colpa, non dico de’ ministri costituzionali di Napoli, ma de’napoletani, anelanti alla libertá in odio de’ viennesi accordi, se la Sicilia si divise, ondeggiando fra le opposte brame dello statuto spagnuolo, e della sicula costituzione del 1812? Le milizie di Napoli non erano in ogni angolo della Sicilia nel 1820 per far eleggere con viva forza i deputati al parlamento nostro? Ma giova tacer per ora di quelle orride gare, donde venne il buon frutto, che austriaci e slavi ed unni e magiari s’impossessarono prima di Napoli e le tolsero il giurato statuto, poi occuparono la Sicilia ed avrebber voluto spegnervi, se fosse stato possibile, fin la memoria della sua patria costituzione.

La legge deH’n dicembre 1816, dove si ricordava quasi per ludibrio, il parlamento siciliano, all’apparire dei «barbari» si rimise nei suoi sentieri ed attristò i siciliani fino al 1837. Sottentrò allora un’altra legge detta della «promiscuitá» con nuovi e contrari ordinamenti, che non ha guari sono stati aboliti coll’ultima del 18 gennaio 1848. Questa richiama in