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patrimoni della Chiesa romana dei quali san Gregorio parla si a lungo. Non toccava forse agl’imperatori di difendere questi patrimoni e di ricuperare i perduti? E qui cade il terzo argomento di Muratori, che Ludovico promise a Roma la conferma dei patrimoni di Calabria, confiscati dai greci. La parola donazione o conferma, in linguaggio dell’VIII secolo, suppone sempre il caso della conquista che avrebbe potuto farsi della Sicilia e della Calabria. Ma nell’817, dice il Muratori, Ludovico era amico dei greci... SI, perché troppo lontani, essi non potevano far guerra tra loro: ma i greci continuavano a tener confiscati i patrimoni di Sicilia e di Calabria: e il papa godeva dell’Esarcato e della Pentapoli. Né gl’imperatori greci riconobbero giammai l’imperatore Carlomagno e Luigi e gli altri sino all’ultimo dei Carolini: di che varie lettere potrei allegare scritte da essi greci, ma mi contento di quella che inviarono Michele Balbo e Teofilo imperatori di Oriente a Ludovico stesso nell’824 (che si legge nel Baronio); con la quale chiamavano sé medesimi Imperatores Romanorum. Ludovico adunque dopo 1’817, continuava a sembrare sedicente imperatore agii occhi dei greci. Or vedete la bell’amicizia che ci era tra i due imperi? amicizia che, secondo il Muratori, doveva impedire che si parlasse della Sicilia e della Calabria! Il terzo argomento di Muratori è tratto dalla libertá che concedè Ludovico di potersi eleggere il papa senza l’assenso dell’ imperatore. Ma i papi non furono essi consacrati senza l’assenso né dei greci, né di Pipino e di Carlomagno patrizi, da Gregorio III sino a Leone III nel 795? Leone visse fino all’816, e dopo dieci giorni gli succede Stefano IV o V che voglia dirsi. A Stefano succede tosto Pasquale I, che fu consacrato senza il permesso dell’imperatore; ma poiché due scrittori francesi, pieni di vanitá nazionale, affermano contro la veritá patente di questi pubblici fatti, che il pontefice consacrato mandò una lettera di scusa all’imperatore, ne trae subito il Muratori che l’imperatore era il padrone dell’elezioni! La scusa, come dice l’uno e l’apologiá, come dice l’altro dei due francesi, non era per aver violato il preteso dritto imperiale: