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cede il papa nell’Esarcato e nella Pentapoli, e perché precede l’imperatore al papa nelle cittá della Toscana longobarda? Noi so: ma si è detto che l’Esarcato nell’800 ubbidiva giá da 44 anni ai soli pontefici: e le cittá donate nel 7S7 erano state sotto il dominio di Carlo per 13 anni dal 774: poi furono per 13 altri sotto quello del papa fino all’800; e finalmente Carlomagno divenne per la seconda volta «consovrano» d’esse, poiché non piú solo sovrano. I notai viventi dal 774 al 787 potevano vivere ancora nell’800; e però non furono tardi a rimettere il loro antico signore nei primi onori dei loro atti. Forse quelle cittá, come abbiamo veduto noi stessi ne’ nostri tempi accadere, non furono liete di essere donate a San Pietro e svelte dalla monarchia di Carlo il vittorioso; grande fu probabilmente la loro gioia del vedersi nell’800 riposte sotto il condominio di Carlo. Per Viterbo una circostanza particolare mi assicura ch’essa fu sempre avversa ai romani. Trovo in uno dei tanti opuscoli di monsignor Galletti, sotto il n. 48 del registro farfense, uno strumento del 17 agosto 767, actum in Castro Viterbi con le sole note di Costantino Copronimo e di Leone imperatore dei greci. Viterbo quindi o non dovè seguire nel 728 la rivoluzione di Roma e del ducato contro i greci, o in appresso ridarsi dovè a quei greci, anche in apparenza: e cosi nel 767 non era cittá né romana né longobarda. Ma fu longobarda dopo il 774 e diessi a Carlo, secondo i vostri ed i miei strumenti: ed in tal guisa potè Carlo donarla verso il 787. Perché longobarda nel 773, Viterbo ebbe un notaio in quell’anno che stipulò istromento di donazione a Farfa presso il Galletti stesso: e quivi Aimone, vedovo di Ansetruda donò a quel monistero i suoi beni di Viterbo e di Toscanella in finibus Longobardorum. Ma dopo il 787, ed anche dopo l’Soo, il papa solo vi esercitò la suprema autoritá giudiziaria; e ciò si raccoglie dal n. 214 dello stesso registro farfense appo il Galletti: documento troppo importante, di cui Muratori aveva ottenuto e pubblicato la sola intestazione (A. M. Ae, V, 6991. Ecco il sunto del documento: (Anno 8x3). Maggio, Indizione VI. Actum in palatio lateranensi. Anno 13 di Carlo, e 18 di