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qual successore di quell’Astolfo re, che assediò Roma, e non potè impadronirsene! Uno dei tanti trovati del Muratori per dare al patrizio la signoria di Roma è il detto di Anastasio, che Adriano I a Carlomagno, giunto in Roma nel 774, diè luogo alla sua destra mano: quasi ad ospite illustre non dovesse una gentile persona far cortesia! Ma ben tacque il Muratori le seguenti parole d’Anastasio: né io so che sin qui si sieno recitate da alcuno in grazia del vero. Eccole adunque. «Stando Carlomagno fuori di Roma in San Pietro, expieta oratione, obnixe deprecatus est almificum Pontificem sibi licentiam tribui Romam ingrediendi AD sua orationum vota persolvenda: et descedentes ad corpus B. Petti ipse saticlissirnus Papa et excellentissimus Rex cum iudicibus romanorum et francorum, seseque mutuo per sacramentum munientibus, continuo cum Potitifice, Rex Romam ingressus est...». Or qui bene al proprio sovrano si aprono le porte di Roma! fosse egli sin anco il vincitore dei sassoni e dei lombardi! Pur questo sovrano, se vuol entrare, dee pregare obnixe il pontefice coi suoi giudici romani, cioè ottimati: e dee dar giuramento al corpo di san Pietro! Né vuol egli entrare se non per far le sue orazioni! L’imperio fu istituito da Leone III nell’800. Non egli unse l’eletto del popolo, come giá fece Samuele, o facevano i patriarchi di Costantinopoli: ma egli stesso Leone III elesse Carlomagno, e il cinse della corona. Il papa dunque istituí, come io diceva. Ma potea egli dare la sovranitá, che non aveva di Roma, della «repubblica?» No, per certo, né diella: la sua «istituzione dell’Imperio» fu dunque l’avere applicato, sotto altro nome, «il patriziato dei romani al patriziato della Chiesa romana» e della sede cattolica, estendendo l’officio a tutto l’orbe carolino. Questo nuovo e piú augusto patrizio, chiamato «imperatore», ottenne inoltre, come dimostrerò nella Storia; ottenne io dico, la consovranitá degli stati propri della Chiesa romana, cioè della Pentapoli, dell’Esarcato e delle poche cittá della Toscana longobarda, col peso di difendere i patrimoni posseduti dalla Chiesa medesima, e di ricuperare i perduti.