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amendue. Affrancano prò remedio animae servi e serve, aldi ed al die: ut sint liberi, et arima fini et amundi et cives Romani cum facilitate annuii por tondi: e dovendo questi cives Romani restare coi loro anelli nelle loro case massaricie ed aldionaricie. Questi pretesi cives Romani debbono portare quataor denarios super aratn S. Alexandri Bergomatis (ciò rammenta gli homines denariales della legge salica) per rimedio dell’anima dei testatori, et prò mundio eorum. Quei due longobardi fanno una mescolanza di formole longobarde, romane e forse saliche: si dirá ch’essi erano ad un tempo uomini viventi con le leggi di tre diverse nazioni? Certo no: essi, ripeto, erano longobardi: ma negli usi della vita civile investita per ogni dove dalla religione cattolica s’insinuavano le cose romane: talora eziandio dei nuovi dominatori, quali erano i franchi nell’800 a Bergamo. Questo insinuarsi della lex Romanorum io lo chiamo un esercizio sussidiario d’essa: forse avrò torto nell’adoperare questa parola di sussidiario: perciò prego voi ed i vostri amici a dinotarmi una parola piú propria e conveniente che io possa usare invece di questa. Me ne servirò intanto per esprimere il mio concetto, quale io ve l’ho esposto.

Si noti che né Frisi, né Lupi o Savigny videro altro nei testamenti di Monza e di Bergamo, se non semplici nomi di cose spente, allorché i testatori longobardi fecero cittadini romani quei loro servi e quei loro aldi. Inoltre si noti che la parola cives Romani può dipendere dalla maggiore o minore ostentazione di parole classiche, e d’uno stile piú colto, che potevano fare gli scribi e notari: costoro, giova ripeterlo, potevano essere o vargangi o missionari ed advenae. Lo scriba del testamento lucchese di Peritheo fu Filippo suddiacono: quello del testamento di Monza fu Thomas subdiaconus et notarius (TicinensisJ-. l’altro di Bergamo chiamavasi Iohannes presbiter et notarius.

IL Testamenti. I longobardi non avevano fazione di testamento; e le successioni erano tutte legittime. Liutprando nella legge dianzi accennata dell’anno 712 permise il testamento ai longobardi che fossero infermi, e il permise perché fosse fatto