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multe pei delitti pagavano i romani, e quali imposte per esser protetti dal re? A tutte queste domande, che poi son tutta la storia, noi non potremo altrimenti rispondere se non con le 37 e 74: questo è tutto ciò che a noi fornisce il codice longobardo intorno al popolo piú numeroso che si suppone aver vivuto da cittadini romani! Sta a vedere che Pecchia dirá, e poco in vero ei si trattiene, di non aver nulla pagato i romani il re longobardo: nel qual caso vorrei compatire al re. Finisco, mio caro conte, dopo una si lunga diceria. Delle difficoltá da lei propostemi nella prima sua lettera del 19 novembre non rimangono se non alcune osservazioni al 3 0 dubbio sulle lettere di san Gregorio Ordini et plebi, ed al 5 0 sulle professioni di legge. Risponderò a questi un’altra volta: per ora ho risposto a tutti gli altri: e risponderò parimenti ai nuovi dubbi della lettera dell’8 dicembre. E massimamente facendo conoscere le gravissime ragioni di differenza che distruggono l’argomento di analogia, mercé il quale si dice: «se i visigoti e gli ostrogoti e i borgognoni e i franchi lasciarono ai romani la legge romana, se quattro popoli fecero cosi, perché il quinto popolo germanico, cioè il longobardo non potè o non dovè fare lo stesso? Giá per ora ben ella vede che moltiplicando i! numero degli ingenui romani vinti dai longobardi, se da una parte questo gran numero poteva opporsi all’abolizione del dritto romano, dall’altra parte sorgono insuperabili difficoltá sull’esercizio di questo dritto romano fra un popolo si numeroso.

Addio, mio caro conte: no, il mio lavoro non vincerá il suo: e poi sono di diversa natura. Io mi limito ad investigare due o tre periodi della sua piú vasta istoria. Ella percorre tutta la nostra storia: e però mi lascerá solo, e proseguirá il suo cammino animosamente e gloriosamente. Ve n’è per tutti, ella dice benissimo. La mia stima per lei spingevami a volere che per la via piú facile si venisse ella incamminando per questo suo piú lungo viaggio: affinché poi, se veramente non vi fu prima di Carlomagno un popolo d’ingenui romani con legge