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eccettuare gli ecclesiastici sotto Teodolinda e sotto i re che vennero dopo Griinoaldo e che lurono cattolici: tali Secondo da Trento in tempo di quella, e Felice Grammatico di Guniberto. Se ella trovasse di siffatti romani, la pregherei di farmene motto; vedrebbe forse che furono gargangi o ecclesiastici. Ma quale fu il dritto con cui vissero gl’ingenui romani cosi possessorcs come non possessores, mentre i longobardi non ebbero legge scritta fino all’editto di Rotari? Qui le dirò francamente il mio parere, cioè che fu il dritto romano fino al 643. La sventura dell’Italia conquistata dai longobardi fece si che i vinti piú ricchi e piú nobili divenuti aidii o servi, pensassero a ben altro che ad aver liti e giudizi: ma se pur ne ebbero fra essi romani si pel peculio e si pel possesso delle terre aldionali ricorsero, io credo, ai vescovi e sacerdoti romani che non erano stati uccisi o fugati: o anche al padrone longobardo, il quale nella sua schietta ignoranza e con quella probitá che fuori della guerra distingueva i popoli germanici poteva comandare che fra gli aidii ed i servi suoi si serbassero nelle liti alcuni principi spettanti al dritto romano: e di questo dritto romano poteva quel padrone o quel patrono longobardo interrogare gli altri suoi aidii e servi non litiganti: costume che vediamo apparire fin anche nella legge 37 di Liutprando. I giudizi dunque fra i vinti romani o furono arbitramenti dinanzi ai sacerdoti cattolici, o contestazioni dinanzi al signore proprio, cioè a quello cui ciascuno dei nobili d’Italia toccò nella divisione accennata da Paolo Diacono. E questi erano i capi delle fare ovvero delle tribú longobarde, o famiglie. Vado piú oltre, e dico che tutte le ani dello scrivere trovandosi presso i vinti, e non per anco avendo i vincitori voluto o saputo scrivere, tutto ciò che scrivevasi nel regno longobardo prima dell’editto di Rotari, si scriveva secondo gli antichi usi romani: le carte private fra romani segnavano gli anni degl’imperatori greci come apparisce dal frammento di Secondo da Trento trovato dal Cardinal Garampi nella biblioteca di Weingarten e forse da alcune iscrizioni presso il padre Allegranza ed il marchese Rovelli nella Storici di Como. Il vincitore ignorante, almeno del