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dei primi popoli barbarici 151


di portar Tarmi nasceva dalla qualitá solamente d’ingenuo uomo e di cittadino. Ben egli è vero tuttavia, che i germi della feudalitá sparsi per tutto il mondo in ogni tempo, e cosi presso i barbari come appo i romani, si vennero fecondando coll’opera di Teodorico, il quale avea tanti terreni a concedere in Italia o fuori, e tanti ne concedè a’ suoi guerrieri, ma senza quel particolare giuramento di fedeltá, unico modo a far sussistere il feudo vero in Europa.

22. Non le sole terre private, ma le giurisdizioni e le signorie dopo Carlomagno si convertirono in feudi, e poi di mano in mano anche i regni e gl’interi popoli. Parve nondimeno ad alcuni, questo essere stato fino dal quinto secolo il concetto di Zenone Augusto, quando egli mandò Teodorico a discacciar Odoacre, che dovesse, cioè, l’Italia riputarsi quasi un feudo proprio dell’imperio d’Oriente. Alla quale pretensione basta opporre, che non mai Teodorico giurò fedeltá d’uomo soggetto all’imperatore, ma solo di confederato; e però, dalla colleganza in fuori, ed eccettuati alcuni rispetti per l’imperiale dignitá, rimase libero il re d’ogni altro debito; il che si chiari vie meglio pe’ lunghi silenzi ed anche pe’ fatti d’Anastasio Augusto, poiché vani tornarono i suoi ladronecci contro l’Italia. I franchi soli, nella qualitá di leti e di gentili, giurarono la difesa dell’imperio in atto di ricevere da Giuliano Cesare, che vinti gli aveva, una porzione del suolo nelle Gallie; i loro guerrieri perciò dovevano tenersi pronti ad ogni chiamata, e quest’obbligo veramente chiudeva in sé Timmagine di quel che poscia nomossi feudo e servizio militare.

Lo stesso non avvenne a’ visigoti, a’ borgognoni ed a quanti popoli, vincitori e non vinti, furono collocati dagli imperatori cosi nel rimanente delle Gallie come in Ispagna; e ninno ignora quanto dimessamente Apollinare Sidonio avesse pregato Eurico, re de’ visigoti, a sostentare dalla valida Garonna il tenue Tevere, mentre crollava l’imperio d’Occidente. Apollinare in tal guisa veniva implorando i soccorsi d’un amico, non i servigi dovuti da un suddito all imperio. Le monete di que’ principi, e spezialmente de’re ostrogoti d’Italia, ove si vide improntata