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dei primi popoli barbarici 145


credeva o non volea. I suoi novelli usi e le sue medesime leggi barbariche atteggiavansi non di rado alla romana. Trascorsero tuttavia piú di sette secoli avanti che il guidrigildo si dileguasse al tutto dall’Italia longobarda, e che apparisse compiuto in Europa il trionfo del dritto romano, cioè del senno latino.

18. Gran fama coronò gl’intendimenti del re Teoderico de’ Baiti per aver egli avuto in pregio, e, secondo la sua possibilitá, coltivato quel dritto romano, assai prima che gli ostrogoti movessersi con Attila verso le Gallie. Ma nel seguente secolo non mancò si fatta lode a Teoderico in Italia, quando egli pe’ goti e pe’ romani fe’ compilar l’editto, di cui è romana principalmente la natura, sebbene tra’ primi fossero tuttora in uso le bellagini scritte da Deceneo. Lo studio dell’editto ed il convivere co’ romani stimolarono alcuno fra’ goti non solo a far conto delle romane arti, sebbene scadute, ma eziandio a voler emularle, avvantaggiandone la patria lingua e letteratura ulfilana. Di questa non possiamo formar giudizio, perché perirono quasi tutte le scritture dettate in tale idioma, eccetto alcuni laceri brani, che possono aver appartenuto ad un vasto corpo, se aggiustasi fede a coloro, i quali credono ravvisare ne’ libri tradotti da Ulfila una maggior copia e ricchezza di linguaggio che non diceva Cassiodoro stesso nel senato. Poco importa in questo luogo il sapere, se tale opulenza proceda o no dal samscrito: ma una lingua di simil fatta presuppone, che alquanti scrittori avessero anche prima d’Ulfila dovuto illustrarla. Scriveano molto i goti nella lor favella intorno alla religione, si come il conte che prese in Napoli a disputar con Eugippio intorno alla natura di Gesú Cristo: e non cessava il clero ariano di venir alle prese col cattolico per difendere in Italia od in Ispagna la propria fede contro gli avversari, onde rafforzarla presso i concittadini.

La diffusione della lingua ulfilana seguitò il corso delle gotiche armi, e massimamente di quelle d’Ermanarico il grande, che conquistò i paesi de’ quadi e de’ marcomanni, cioè una porzione della Germania orientale verso la Moravia e la Boemia.