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del veltro allegorico di dante 7


Malatesti. Cesena e Bertinoro si ridussero similmente a parte di Chiesa; lo stesso fece la non lontana Polenta, insigne per aver dato il nome ai Polentani. Costoro insieme cogli Onesti, progenie dei re lombardi, primeggiavano in Ravenna tra i guelfi: dopo molte sciagure, vi dominarono. Forlì guidata dagli Ordelaffi restò ai ghibellini, e diè la mano ai prossimi conti di Carpigna, della Faggiola e di Monte Feltro, abitatori ghibellinissimi degli Appennini che dividono la Toscana dalla Romagna. Faenza ed Imola ondeggiavano incerte fra le due italiche sette. Bologna da lunghi anni era guelfa: quasi pegno di odio all’imperio, ella costruiva magnifica prigione per l’infelice re di Sardegna; e con duri comandi premeva Modena ghibellina. I marchesi Estensi di Ferrara, del pari guelfi che Bologna, prosperavano per consigli fedeli di Aldigerio degli Alighieri Fontana, dalla famiglia del quale nominossi un di quella di Dante. Gl’imperiali avevano Reggio: i guelfi Parma e Piacenza. Nondimeno Piacenza si arrese a quelli nell’anno stesso della morte di Federigo II, ed a gran dispetto dei signori di Correggio che godevano in Parma dei primi onori.

Mantova mal sapea sottostare ai deboli conti di Casalodi: cui giá la ghibellina famiglia dei Buonaccolsi apprestavansi ad insidiare. Ezzelino di Onara ovver di Romano, ferocissimo signor di Padova e genero di Federigo II, tolta la cittá di Feltre alla casa di Camino, avea conquistato Vicenza e il tratto migliore della Marca trivigiana, rivolgendo in mente di porre a legge ghibellina tutta l’Italia superiore. In Trevigi suo fratello Alberigo, in Verona il suo confidente Mastino I della Scala giungevano alla sommitá degli affari. La sola Venezia vivea lungi dalla briga italiana: Venezia ricca di commercio e di arti, e che dal Mar Nero al Rosso distendeva la sua felice navigazione. I guelfi della Torre o Torriani salivano poco meno che al principato di Milano: ma fin da quel tempo vi aspiravano gli ambiziosi Visconti. Brescia e le altre cittá di Lombardia, guelfe il piú delle volte, governavansi a popolo; sì come Asti e quelle del Piemonte, alle quali minacciava servitú il possente marchese di Monferrato.