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I più tardi conii


ΛΙΠΑΡΑΙΩΝ.
Testa di Hephaistos a s., coperta di pilos.
Γ ΜΑΡΧΙΟС ΛΕΥ ΑСΩΝΕΥС ΔΥΟ ΑΝΔΡ.
gr. 5; mm. 21.
Poole, p. 264 n. 81, 84.

Nel Museo Mandralisca ne ho vedute 15, aventi i seguenti pesi: 4,50; 4,60; 4,70; 4,80; 5; 5,10; 5,50; 5,50; 6; 6,10; 6,20; 7; 7; 8; 10.

L’Henzen negli Annali dell’Ist. Arch. 1857 p. 110-114 ed il Cavedoni nel Bull. Arch. 1862 p. 111-112 reintegrarono l’iscrizione del rovescio e quest’ultimo ebbe a sussidio le tavole che il barone di Mandralisca aveva fatte disegnare, ma non vide le monete e si affidò unicamente a quelle tavole. Già l’Henzen aveva letto Γάϊος ΜΑΡΚΙΟС ΛΕΥκίου, Γάϊος ΑСΩΝΕΥС ed il Cavedoni si sarebbe adattato a quella integrazione, ma egli non credé che «Ἀσωνεὺς possa stare nel posto del gentilizio, poichè (a lui) pare anzi nome greco di forma analoga a Θησεὺς e simili, conoscendosi d’altronde il suo patronimico Ἀσωνίδης (Herod. VII. 181: Schol. Homer. II. Ω, 602) di forma analoga a quella di Καινίδης patronimico di Καινεὺς (Herod. V. 92)». Una discussione abbastanza oziosa, di fronte al fatto che se c’è parola chiaramente decifrabile nel rovescio di una di queste due monete è precisamente ΑСΩΝΕΥС. L’Head riferisce così l’epigrafe segnata sul rovescio: Γ. ΜΑΡΚΙΟС ΛΕΥ(κίου) | Γ. ΑСΩΝΕΥС – ΔΥΟ ΑΝΔΡ(ΕС)).


Nummi incerti


Il Mionnet (Descr. de méd. antiq. grec. et romaines I. 1806) dice che le medaglie d’oro di Lipara sono false, quelle di argento sono dubbie: in totale egli enumera soltanto 13 monete di bronzo, alle quali ne aggiunge altre 5 nei Supplem. 1. In complesso, ne conosce troppo poche. Tuttavia è vero che manca l’oro, ed io credo manchi anche l’argento.