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a me di trovare la rettificazione di monete edite e per avventura edite male.
E fui felice nel resultato della ricerca; onde presto ebbi a sentire il bisogno di pubblicare questa memoria, mercè la quale io mi lusingo che la conoscenza della numismatica liparese venga di molto avantaggiata, con raggiunta di non pochi tipi inediti, e nel periodo greco ed in quello romano.
Era nella mente del lodato sig. barone Piraino di illustrare egli stesso la sua raccolta numismatica; anzi aveva già fatto incidere dal litografo Gussio di Cefalù, come ho già detto, sei tavole nelle quali egli aveva riunito, senza ordine rigorosamente scientifico, ma per grandezza, un non piccolo numero di monete di Lipara. Ciò risulta e dalle tavole che si conservano in quella Fidecommissaria, e dagli elogi funebri che furono recitati, e da relazioni orali di parenti di lui, e da una breve memoria che monsignor Cavedoni inseriva negli Atti e Memorie delle RR. Deputazioni di Storia Patria per le provincie Modenesi e Parmensi (1869).
Il Cavedoni, la cui molta dottrina in cose archeologiche ci avrebbe dato, certamente, un esauriente ragguaglio intorno alle monete liparesi, avute dal Piraino le sei tavole, senza veder le monete, come egli stesso asserisce, senza averne il peso, ma soltanto dalle povere incisioni che il Piraino ne aveva fatte eseguire, e senza tener conto delle molte monete di Lipara che non figurano in quelle tavole e che pur sono nel Museo Mandralisca, scrisse poche pagine illustrative delle tavole stesse e le inserì negli Atti suddetti.
Io ho fatto il lavoro direttamente sui conii, tenendo conto di quello che il Torremuzza, il Mionnet, il Paruta, il Poole e l’Head sapevano della monetazione liparese.