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DANZA MACABRA


A NAPOLI


Carlo Del Majno Ivagnes milanese, dimorando a Napoli, sempre intento agli studi di Belle Arti e in ispecialità archeologici, fu nel 1826 da me incaricato di stendere una descrizione del Regno di Napoli oltre il Faro, se gli fosse stato possibile. Fra le molte cose fornitemi, alle quali aggiungeva nel 1828 non poche rettificazioni sull’opera del conte Leopoldo Cicognara: Storia della Scultura Italiana, mi comunicò la seguente descrizione della Danza che trovasi ancora a Napoli; notizia che reputo opportuno di riportare, acciochè sia palese come eziandio nell’estrema parte della Penisola Italiana non mancarono artisti di fervida immaginazione che trattassero il malinconico argomento della Danza Macabra.

Nella Chiesa de’ Domenicani in Napoli, dedicata a S. Pietro martire ed edificata nel 1294 da Carlo II d’Anjou (che soggiacque col monastero a qualche cangiamento per l’alluvione nel 1343 di un’acqua sorgente, creduta l’antico Sebeto), trovavasi in una cappella un marmo, tolto nel 1655 e incastralo in una casa vicina, nel quale è scolpita in basso rilievo la Danza con un personaggio della Morte, quasi di grandezza naturale, con due corone in testa, in atto