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ch’ei ritraggono dai detti rami d’industria e di commercio. Questo è chiaro per sè; ma pure al forestiere importa di conoscere quali sieno i loro bisogni e i varj rami di uscita, e noi dobbiamo anche di ciò farlo istruito. Somme notabili si portano via i tributi. Dalle trentine vallate e dalle tedesche riceve la città le carni, il burro, il formaggio, i legumi, il legname da viti e da fabbrica, il carbone e le legne da fuoco. L’Adige dà poco pesce, e per ciò il si dee comperare da chi ne pesca ne’ laghi e fiumicelli delle valli, nel lago di Garda e nell’Adriatico. Si debbe anche far compera di molto frumento, di riso, di olio, di secco pesce, di coloniali, di panni, di stoffe, di tele, e di molte superfluità rese necessarie dal lusso e dalla moda.

In punto di lusso è da notarsi che una circostanza locale permette ai doviziosi di largheggiare in mobiglie, in vestiti ed in divertimenti. La ristrettezza del luogo non offre comodità di far uso di carrozze. Il così detto Corso è per Trento la Via Regia, e pochi amano di esporre sè ed altri agl’insulti del fango e della polvere. Per ciò, limitandosi a fare moto ed inspirare aria libera, passeggiando in compagnia amica, nelle vicinanze della città,