dagli indizj di vetustà che presenta, si può credere esser la cappella del castello salvata da qualche uomo pio, mentre di quello sparivano gli ultimi avanzi. I conti Pompeati, possessori di quasi tutto questo colle, ne resero amena e piacevole la salita, praticandovi una via sufficientemente comoda e spaziosa. Dall’alto di esso vedesi, guardando per l’apertura de’ monti divisi dalla valle del Fersina, una parte delle montagne che sono più entro di Civezzano; il monte che chiamossi Argentario, per le miniere di argento che vi erano, ed ora è detto il Calumbergo (e Calumbergo nomavasi anche un forte castello che vi torreggiava), fa di sè bella mostra a settentrione per li colti, i vigneti, le case e i casini campestri, e le villette che adornano la sua falda: scorgesi, mirando ad occidente, il pendio delle colline di Povo (il cui prodotto in vino è si considerabile, che anticamente appellavansi questi luoghi La cantina di Trento), quindi sul piano la città, e più oltre su la destra dell’Adige le opposte più basse colline, e i monti, non più così alti, già sopra menzionati: riguardando a mezzodì si ha sotto gli occhi il rimanente de’ poggi e del piano che stendonsi in vago aspetto per le varie for-