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via è ripida e scoscesa, ma chi non volesse farsi condurre alle grotte che sono indi non molto lontane, ha un compenso nel trovarsi, anche venendo di là, in que’luoghi dove ricchi cittadini passano villeggiando una parte dell’estate e dello autunno. Le piccole terre della Parrocchia di Povo sono in quel tempo un allegro soggiorno, e ne’ casini sparsi qua e là per le campagne, e sulle piazzette, e ne’ viali si trovano brigate numerose di Signori e Signore, di giovinotti e donzelle che, sostenuta la fatica di ordinare e pulire negli orti i sentieri, le ajuole e le piante dilette, si fanno visita per leggere o trastullarsi insieme onestamente. Quivi accolgono essi e trattano ospitali ogni uomo civile ch’è loro presentato; e la gioventù lo invita con amabile modestia a compatire la recita di una commediola di Scribe, o di qualche altro poeta.

Descrivere minutamente questi bei luoghi la sarebbe un’ingrata lungaggine. Il viaggiatore per potersene formare una pittura dee salire ardimentoso in su il dosso o colle di Sant’Agata, su la cui sommità stava negli antichi tempi Castrum Pavi, o Pai, ed ora non evvi che una chiesetta, la quale, giudicandone