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sito e per l’altezza da cui ebbe la denominazione. Il piccolo, ma nelle piene possente e terribile Fersina, scavò le due vicinissime rupi a tanta profondità, e fece in esse tanti seni tortuosi, che stando sul ponte sì puote appena vedere il suo corso. La stretta valle dond’esce il fiumetto si apre ivi un poco, e più su chiudesi di nuovo. Bisogna là discendere per lo sentiere ch’è alla sinistra del ponte a contemplare quelle angustie,

Dove le gorgoglianti acque comprime
Di qua e di là deserto orrido monte,

e ad osservare il grande argine traversale che sotto il ponte si costruì a fine di ritenervi le congerie, che condotte al basso porterebbero, come avvenne assai volte in passato, dannosissimi guasti alle campagne, e pericolo grande alla stessa città. Vedesi, stando laggiù, sopra di sè il ponte di pietra altissimo come fosse in aria sospeso, e sotto di sè, ad altrettanta profondità, un nero baratro da cui sollevasi in vapori l’acqua dalla fragorosa cateratta a bagnare le opposte muscose rupi, dalle quali sporgonsi in fuori piante che mai non veggono il sole, ed esce talvolta lugubre e spaventosa la voce dei gufi.

Per condursi di là del ponte sul piano la