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che onora assai la città di Trento, dove il pane si mangia sempre ottimo e a mite prezzo, in grazia appunto delle providenze di questo istituto, le quali providenze saggissime ed umanissime si spiegano colle parole: Fare guadagno, negli anni d’abbondanza onde poterne dar pane di ugual peso anche negli anni di carestia. Devesi la gloria d’esserne stato secondo fondatore, perchè i capitali si erano distratti, al conte Benedetto Giovanelli podestà.

Incamminandosi verso mezzodì si passa pel crescente Borgo di Santa Croce; a capo del quale sedesi, ombreggiata da annosi tigli, la umile chiesa de’ Padri Cappuccini. Questi uomini, poveri e quieti, fanno, come i Riformati, del bene in molti modi, e specialmente colla predicazione avvalorata da una vita austerissima. Molti alla parola Frati inorridiscono. Io amo la giustizia; nè penso come Schiller, il quale volle dare ad intendere, essere i Frati nemici dell’umanità! So che molti di loro cagionarono mali gravissimi, come ne cagionò, anche più gravi, il corpo della nobiltà, de’ Letterati, ec., ec., ma so, e dico, e potrei provarlo coll’autorità, in ciò veneranda, di Voltaire, che il bene fatto dai Frati all’umanità è incalcolabile.