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vole il credere che i detti architravi appartenessero alla porta o alle porte di un tempio fabbricato nel settimo o nell’ottavo secolo; e dalla loro ampiezza, come dalla ricchezza de’ loro ornamenti, si può argomentare che il tempio, cui davano accesso, dovess’essere di notevole capacità e di non minore decoro. E di ciò tutto è prova non dubbia la parte orientale esterna della cappella de’ Santi Biagio e Lucia (ora convertita in sagrestia), la quale osservasi in forma semicircolare con una nicchia, in cui è posta una immagine di Nostra Donna. Tutti gl’intelligenti affermano concordi, essere questa opera longobardica.
Coll’undecimo secolo ripigliasi il filo delle notizie istoriche di questa Cattedrale. E ci è narrato che Udalrico II, il quale fu il primo Vescovo Conte, Marchese, e Duca di Trento (ei tenne il seggio dal 1022 al 1055), fondò la cripta, e mutò in meglio tutta la chiesa; che Alberto, ovvero Adelpreto I, riedificò il vetusto altare dov’erano reliquie di Santi; e che dopo corto intervallo il vescovo Altemanno conchiuse la riedificazione del tempio, il quale, col di lui ministero, e con quello del Vescovo concordiense, e del Patriarca d’Aquileja (ch’era un trentino, figlio di Ottone