vasi in pochi passi per quella via, su la cui sinistra è un’antica torre, pertenente all’edifizio dove risiede il civico Magistrato. Tre corsi di comodi portici, una grande fontana, il palazzo di Giustizia, la facciata settentrionale del Duomo colla sua cupola e col campanile, ed una gran torre, arresteranno quivi il forestiere, dilettandolo grandemente. Vuolsi che la torre sia di antichità remotissima, almeno al basso; chè la sommità è opera di pochi secoli. Una campana, posta su questa torre, conserva il nome di Renga, perchè o il Magistrato o il Vescovo facevanla suonare quando volevasi arringare il popolo. Così nel 1275 il Vescovo Enrico II, suonata la campana ad arengam publicam, adunò il popolo nella chiesa di San Vigilio, ed ivi il popolo, che poco prima avea valorosamente scacciato dal territorio il tiranno Ezzelino, giurò innanzi ad un aureo crocifisso di riconoscere lui, il Vescovo Enrico, tanto nelle cose spirituali che nelle temporali vescovo e signore. La fontana, molto ampia, ornata di gradinate, di belle e capaci conche, nelle quali versano acqua delfini e tritoni, e sormontata dalla statua di Nettuno col tridente, è opera di un Jongo trentino, eseguita per volere