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ivi anche una Maria egiziaca di buon pennello, e l’originale quadro del Concilio tenutosi in questa città. La vecchia abitazione degli spenti Geremia, ora de’ signori Tevini, è notabile per la sua esterna struttura, e merita che se ne faccia menzione, perchè in essa fu, per opera de’ Nauni Bernardo Clesio, Sigismondo di Tono e Antonio Quetta, l’anno 1535, conchiusa pace tra i Veneti e gl’Imperiali. Dirimpetto a questa si mostrano le case che furono de’ Bellenzani, famiglia famigerata molto tra noi, e che ora sono possedute dai conti di Thunn, nelle quali, specialmente in quella che rinnovasi dietro il disegno del lodato Vantini, veggonsi belle dipinture di un altro bresciano, Tomaso Castellini.

Presso alla piazza è la chiesetta dell’Annunziata, nella quale sono colonne di marmo trentino, le quali, essendo grandi e di un solo pezzo, non deesi trascurar di vedere. Su d’una tela rozzamente dipinta conservasi quivi memoria della peste che desolava questa città nel secolo decimosettimo. Più micidiale però fu quella che infierì nel decimoquarto; la quale è descritta da Giovanni Parma, canonico trentino, il cui manoscritto,