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ella sia più antica di quella del castello, e che se ne debba la fondazione agli Etruschi, e forse ai Rezj.

Uscendo per la porta che sta quivi aperta, vedesi una parte del Borgo di San Martino, dov’è la cappella di cui si è detto sopra, dedicata a questo Santo, nella quale si ammira un bel dipinto, capolavoro di Cignaroli, rappresentante il beato Vescovo moriente.

Scenda poi su la ripa dell’Adige presso la torre, là dove sopra un forte parapetto di pietra sono due piramidi, e lungo esso una regolare piantagione di alberi ombrosi. Molti si dilettano qui osservando il corso del fiume, l’opposta penisola, e l’aspetto delle fabbriche della città, che in semicerchio disposte lungo la ripa, stendendosi in giù fino al ponte di San Lorenzo, che pur si vede, fanno argine al fiume, il quale, talvolta insuperbito di sua grandezza e potenza, pare che minacci di penetrare nella città, che pur si gloria e godesi di averlo vicino.

Volgendo il passo per recarsi al Cantone, entrerà in una pulita via, che dicono Contrada Tedesca, non già perchè ella sia abitata da Tedeschi, come falsamente fu scritto, ma perchè è diretta e conduce verso Germa-