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mo patria sventura che tanta mole, oggetto di storiche reminiscenze e di nazionale decoro, siasi lasciata in abbandono.
L’edifizio componevasi di due corpi di fabbrica innalzati in epoche disparate. Il più antico dicesi Castel Vecchio, negli antichi documenti appellato Castrum boni consilii, e forma la parte settentrionale, difesa da una torre, ch’è opera romana, di robustissima struttura circolare. Il popolo, nominandola, diceva la Tor d’Agost, ch’è lo stesso che dire la Torre di Augusto. Quello che sulla sua sommità vedesi di nuovo è opera del 1809, fatta dagli Austriaci per collocarvi cannoni. Il fabbricato annessovi manifesta quel modo di edificare che fu adoperato nel secolo decimoterzo. La loggia che guarda verso occidente offre la maggiore cospicuità, ma fu nel 1813 danneggiata dalle artiglierie.
La parte più moderna, posta a mezzodì, appartiene al secolo decimosesto, e fu edificata dal Vescovo Principe Bernardo della naune illustre famiglia Clesio, come dichiarano le iscrizioni scolpite in più luoghi sotto le insegne di quel famoso prelato e cardinale. La semplicità delle forme e la correzione dello stile che dominano in questo edifizio indus-